mercoledì 6 febbraio 2013

Prologo


Bella


Ci eravamo trasferiti.
Erano passati solo tre anni dal nostro matrimonio e già avevamo dovuto cambiare casa.
Ci eravamo spostati in una piccola cittadina non lontana da Chicago.
Avevamo rinunciato a Dorthmund e ad andare all'università.
Io ed Edward avevamo deciso di stare ancora un po' con Renesmee e di goderci la sua crescita.
Avremmo avuto tutto il tempo per frequentarla. In fondo siamo vampiri immortali.

Non avevo mai assistito a una riunione così movimentata tra i Cullen quando Carlisle ci spiegò dove intendeva spostare la famiglia.
A tutti andava bene il posto dove dovevamo trasferirci , a tutti tranne che ad Edward.
Si era opposto in tutti i modi e solo dopo che Carlisle aveva alzato la voce, aveva ceduto a malincuore.
Non capivo il perché della sua presa di posizione così netta e decisa. Non aveva dato alcuna spiegazione a proposito, si era solo limitato ad opporsi nettamente.

La nostra nuova casa era grossa e confortevole e anche se dovevamo vivere tutti assieme , non mancava di nessuna comodità.
La nostra camera era luminosa e spaziosa, ed io mi trovai bene fin da subito nella nostra nuova dimora.
Ma Edward, no.
Non capivo cosa avesse.
Era scontroso e triste nello stesso tempo. Non gli andava bene niente, si vedeva lontano un miglio che era insoddisfatto per qualcosa ma come al solito si teneva tutto dentro.

Quella sera era andato a caccia con i suoi fratelli, mentre io ero rimasta a casa con Renesmee. Aspettai che lei si addormentasse e poi scivolai fuori diretta allo studio di Carlisle.
Lo trovai là seduto sulla scrivania che stava scrivendo su un libro molto spesso e vecchio. Probabilmente era il suo diario.
“Posso parlarti?” gli chiesi timidamente. Non volevo disturbarlo.
Lui alzò i suoi occhi gialli e profondi su di me e mi sorrise cordiale
“Certo Bella. Dimmi. C'è qualche problema?” mi chiese.
Non avevo mai conosciuto nessuno come lui.
Era il padre che chiunque avrebbe voluto avere. Discreto e gentile guidava e teneva unita la nostra strana famiglia fatta d'individui particolari e tutti diversi tra loro come carattere e provenienza.
Il suo amore e quello di Esme, erano la colla della famiglia Cullen.

“Ecco....si tratta di Edward. E' nervoso, scontento, ma non riesco a capire che cosa abbia. Sono preoccupata...per lui” confessai, sperando che mi capisse.
Lo vidi annuire.
“Ho notato. E la cosa non mi stupisce” disse assorto.
“Non capisco Carlisle. Cosa gli è successo?” chiesi sempre più stupita.
“Temo che tocchi a lui parlartene. E penso che abbia bisogno di avere ancora un po' di tempo per decidersi a farlo. Il nostro ritorno qua ha riaperto una profonda ferita nel suo cuore. Devi dargli solo tempo Bella, e vedrai che presto capirai tutto” concluse sorridendomi.
Non ero molto soddisfatta della spiegazione, ma ero anche certa che non mi avrebbe detto altro. Per cui lo ringraziai e tornai in camera decisa ad aspettare ancora qualche giorno, poi avrei messo Edward alle strette.

Passò un altra settimana senza che Edward accennasse a migliorare il suo umore o a spiegarmi almeno il perché del suo comportamento.
Iniziavo a perdere la pazienza quando quella sera mi abbracciò stretta come non mai e mi baciò quasi disperato come se avesse paura di perdermi.
Mi fece paura. Cosa gli stava succedendo?
“Vestiti sportiva Bella. Dobbiamo andare in un posto” mi disse sciogliendosi da me ed uscendo dalla camera.
Sbuffai preoccupata ma veloce ubbidì alla sua richiesta.
Mi aspettava in macchina.
Salutai tutti e dopo aver dato un bacino a Renesmee che dormiva lo segui senza una parola.
Guidò a lungo nella notte, silenzioso.
Bene.... se voleva fare il misterioso glielo avrei lasciato fare!!!
Ma poi mi avrebbe dovuto spiegare il suo comportamento!
Ero arrabbiata ma determinata a non lasciarglielo capire.
Fermò la macchina nella campagna e mi prese per mano senza una parola trascinandomi nella notte.
Iniziavo ad essere preoccupata. Ma resistetti in silenzio.
Si fermò davanti ad un alto muraglione e mi sussurrò “Seguimi...... in silenzio”.
Veloce si arrampicò e poi sparì dall'altra parte.
Non persi tempo e lo seguì.
Quando atterrai e mi guardai in torno rimasi senza fiato.
Eravamo all'interno di un cimitero.

Lui si stava guardando intorno e poi veloce si diresse verso il centro tirandomi dietro a lui.
Quando si fermò rimasi scioccata.
Tre croci di ferro ricordavano i corpi che riposavano sotto quella nera terra.
Edward Masen, Elizabeth Masen ed Edward Anthony Masen.
Sull'ultima croce erano riportate le seguenti date 1901-1918

Alzai gli occhi su di lui. Erano le tombe dei suoi genitori e....... la sua.

Lui mi sorrise triste e mi prese per mano ...... poi sussurrò:

“Mamma, Papà. Volevo presentarvi la donna che amo. La mia Bella.
Sappiate che sono felice e finalmente completo. Non mi sono dimenticato di voi e avrei voluto che aveste potuto conoscerla. Sareste stati fieri della mia scelta e della bambina che lei mi ha donato.
Vi voglio bene.............Grazie di tutto”

Ero sconvolta. Non mi aspettavo nulla del genere. Non mi aveva quasi mai parlato di loro. Mi ero quasi dimenticata della loro esistenza, presa com'ero dalla gioia di questa nuova vita.
Lui mi guardò, avrei giurato che avesse gli occhi lucidi, ma ovviamente non poteva essere. I vampiri non piangono.

“Vieni Bella. Andiamo via adesso, lasciamoli riposare in pace.”
Si chinò e da sotto la giacca tirò fuori due meravigliose orchidee che poggiò sulla terra fredda e scura, poi mi prese per mano e mi riportò al di là del muro , senza proferire una sola sillaba. Silenzioso si diresse nel bosco vicino e dopo poco mi fece sedere in una radura appena illuminata dalla luna e iniziò a parlarmi con la voce che era appena un sussurro basso e lento “Scusa se ti ho spaventato. Non sapevo come comportarmi e come spiegarti ma sono arrivato alla conclusione che sia giusto raccontarti quello che successe anni fa, quando la mia storia ebbe inizio.... sono ormai passate più di dieci decadi e tutti quelli che conoscevo sono ormai morti da tempo ma è giusto che tu sappia, per poter capire .........”

E la sua voce melodiosa e triste mi riportò in dietro negli anni a quando lui era un ragazzo normale e il mondo molto diverso da quello che è adesso.......